Innanzitutto vogliamo porgere le nostre scuse per il precedente sommario dei branding trends di giugno: il titolo avrebbe dovuto essere “interrompete qualsiasi attività e comprate azioni Nintendo!!!!!!”, ma magari avrebbe potuto suonare più o meno come il “Wearable tech, nuovi orizzonti per il cobranding” dello scorso settembre…
1. Realtá aumentata
Ebbene sì, luglio ha cambiato il mondo in maniera irreversibile. Tra il circo politico dell’Inghilterra post-Brexit e dell’America pre-Trump, un tweet ha catturato la nostra attenzione con il migliore aforisma del mese:
Nintendo’s mobile strategy:
2008: what’s an iPhone
2010: what’s an Android
2012: nope
2014: still no
2016: change how society functions
— Aaron Levie (@levie) 11 Luglio 2016
In una manciata di ore, Pokèmon Go è riuscito a trasformare i nostri app stores, le nostre strade e le nostre vite allo stesso tempo. È forse presto per dirlo, ma sembra che Pokémon Go costituisca la rivoluzione della realtá aumentata, e forse molto di più.
E quando il gioco esaurirá la sua fase di fenomeno, sará interessante osservare le direzioni che questo affascinante esperimento sociale prenderá. McDonald’s Japan ha giá annunciato una prima brand partnership, offrendo l’opportunitá di esplorare gli aspetti commerciali oltre gli acquisti “in-app”. E con le Olimpiadi di Rio alle porte, gli stakeholdes e i legali specializzati in proprietá intellettuale dovranno sforzarsi per capire come combattere (o sfruttare) un nuovo concorrente. Non sorprendiamoci allora se per le prossime Olimpiadi di Tokyo il dibattito sportivo sará incentrato sul duello Usain Bolt contro Carl Lewis e Sonic the Hedgehog.
2. Infantilitá aumentata
Una delle sorprese di Pokémon Go é il suo successo presso i giovani adulti/ Millennials. Per loro, il gioco é un ponte verso l’infanzia altrettanto potente quanto lo é stato Star Wars lo scorso Natale per la Generazione X. Le implicazioni di questi eventi influenzano un maniera viscerale il neo-infantilismo, creando un nuovo paradigma di consumo.
Parallelamente all’esplosione del fenomeno Pokémon Go, abbiamo scoperto fenomeni indotti come il case/power bank Pokédex per smartphone, il Pokédrone per scovare i vostri Pokèmon oltre l’orizzonte e persino Pokémon trainer e cacciatori di taglie per i meno esperti o per chi non ha tempo. ma vuole comunque restare al passo con questa “pazzia” colletiva. Fenomeni di infantilismo latente, come quando lo scorso autunno i server sono andati in crisi all’annuncio della disponibilitá online di veri droni Star Wars.
E che dire degli emoji, degli sticker o addirittura dei libri da colorare per adulti ,creati su misura dagli hotel per intrattenere i propri clienti adulti, mentre Penguin Random House vende piú di 2 milioni di copie della versione ironica della sua collana per bambini Ladybird, che conta già 10 titoli sugli argomenti più disparati, dagli hipsters, alla “crisi di mezz’età” o sui vicini di casa.
Una grande percentuale di trentenni potrá guardare Pokémon Go con disappunto, ma cosa farebbe se Niantics sviluppasse un simile concept con Game of Thrones?
Il neo-infantilismo ci sotterrerá. The Guardian ha pubblicato un affascinante articolo sulla scienza del “cute” con interessanti risvolti sulla cultura giapponese e il fenomeno dei yuru-kyara come Kumamon.
3. Antisportivi
Mentre alcuni tra i brands super sportivi stanno dando il meglio della propria creativitá in vista di Rio 2016, altri vanno nella direzione opposta, sposando valori antisportivi, o che non hanno nulla a che vedere con il medagliere. Tra questi, una collezione creata dal brand Mitchell & Ness, esperti di abbigliamento sportivo da gusto vintage, per il gruppo di supporter della squadra americana di soccer Philadelphia Union.
Anche Hummel x Christiania Sports Club propone un suo coté poco sportivo con una collezione di sneaker nata per nascondevi il “fumo”.
Tra i grandi, Reebok celebra un suo spirito antisportivo distintivo, con una collaborazione con Palace skateboards e un video con Jonah Hill. Da non perdere anche la linea di abbigliamento sportivo femminile in licenza della serie Bitch Planet.
4. Tattoos
Dal 2001, il brand di cognac di lusso Hennessy, propone una limited edition V.S. sviluppata con artisti dal gusto urban. Tra questi, KAWS, Futura, e Shepard Fairey. Per il 2016, Hennessy ha scelto il tattoo artist Scott Campell per una bottiglia speciale e un set ragalo ispirati a Marfa, Texas. Il titolare dello studio di Brooklyn, Saved Tattoo, ha impreziosito una linea di borse e scarpe per il brand super chic francese Berluti, mentre Montblanc ha annunciato una speciale linea di pelletteria “Secret Adornment” con l’inglese Mo Coppoletta, e Hublot lancia Big Bang Sang Bleu con l’artista svizzero Maxime Büchi.
Ne è passata di acqua sotto i ponti da quando Christian Audigier esportava la sua estetica del tatuaggio nel mondo del lusso e del lifestyle…
5. Design Sign-offs
Se Pokémon Go ha dimostrato che in un mese tutto può cambiare, Moncler non è da meno. Il colosso italo-francese ha iniziato il mese affascinando la parte di clientela steet-urban lanciando Moncler O, una linea in collaborazione con Off White di Virgil Abloh.
Per passare subito dopo alle pubbliche scuse per le accuse di razzismo derivanti dal lancio di una collaborazione con il collettivo artistico FriendsWithYou, accolta poco felicemente.
RELATED POSTS
No related posts.
STAY CONNECTED