bellora

Accelleratore sull’export, brand extension e niente licensing. La ricetta per lo sviluppo del business di Bellora, l’azienda fondata nel 1883 a Fagnano Olona (Va), sembra funzionare, visto che l’anno fiscale terminante a marzo 2015 si chiuderà con il segno positivo.

L’azienda, che non è più italiana dall’anno scorso, dopo l’acquisizione da parte dell’indiana Himatsingka Seide, registra già un 60% di export nel suo fatturato, principalmente in USA, dove l’anno scorso è stata aperta una showroom a New York, sulla Fifth Avenue. I 40 punti vendita della catena Bed Bath and Beyond che trattano le collezioni Bellora diventeranno 250 nel 2015, e nuove aperture internazionali si aggiungeranno agli attuali store in Kuwait, Dubai, Baku, grazie a nuovi alleanze retail. Inoltre saranno le nuove collezioni di abbigliamento per la casa ad incrementare il fatturato: a gennaio 2015 verranno lanciate infatti le prime linee di pigiameria e camicie da notte, per proseguire con collezioni complete homewear.

“Licensing? No, grazie” è il mantra di Andrea Lazzaroni, CEO Bellora, che a oggi ha rifiutato tutte le numerose offerte di sviluppo di linee in licenza. Il core business rimane il know how proprio e la competenza produttiva, ed un potenziale stimato di mezzo milione di royalty annue non viene giudicato interessante quanto la crescita con i propri asset.