Gennaio ha un calendario fitto di appuntamenti per il mondo della moda. Dal Pitti Uomo alle varie Fashion Week: Milano, Parigi, New York e Londra, tutte focalizzate sui nuovi trend maschili per il prossimo Autunno/Inverno 2019.
Si sa, non ha caso “moda” è in molte lingue una parola femminile, ciò nonostante c’è da dire che negli ultimi anni la moda maschile è diventata sempre più interessante.
Per questo abbiamo passato in rassegna le varie passerelle delle ultime settimane, per scoprire quali sono le tendenze, i look e le brand innovation della prossima stagione invernale.
Quello che sicuramente colpisce è che il look sportivo, con tute e maglioni ovunque onnipresenti, che ancora dominava le collezioni l’estate scorsa, si è fatto molto più discreto e si fonde maggiormente con una silhouette dai contorni più classici. Ciò nonostante le collezioni continuano ad essere piuttosto “schizofreniche, senza più nessuna tendenza veramente marcata”, come ha dichiarato Beppe Angiolini, a capo dei negozi Sugar ad Arezzo e nuovo direttore artistico del concept store milanese di lusso Excelsior.
Sicuramente però, ci sono alcuni temi ricorrenti, come il ritorno alla sartorialità e lo stile militare, sopratutto nelle giacche e nei cappotti. I richiami agli anni ’80 e ’90 sono ancora evidenti ma sono affiancati anche dallo stile punk e da alcune incursioni pop.
Interessanti in particolar modo, per noi del settore, alcune collaborazioni e brand innovation che hanno preso spunto dal mondo dell’entertainment a vari livelli.
Iniziamo con i film, e parliamo di pellicole che hanno fatto la storia del cinema. Il primo caso è Raf Simons con Velluto Blu di David Lynch, una quanto insolita applicazione di immagini del film su giacche e cappotti. Undercover ha invece sviluppato la collezione intorno ad Arancia Mecanica di Stanley Kubrick, con alcune immagini del protagonista del film, Alex DeLarge, stampate su cappotti, maglioni e pantaloni. Philipp Plein per festeggiate il suo 20° anniversario ha invece presentato una see-now-buy-now capsule collection dedicata alla pellicola di Brian De Palma, Scarface.
Spostandoci invece sul tema film d’animazione d’autore, troviamo Stella McCartney che per la collezione maschile e la Pre-Fall femminile ha creato dei capi ispirati a Yellow Submarine, per far rimanere tutto in famiglia. Ancora, Marni, che dopo la presentazione di capi di stile decisamente classico, ha presentato una collezione di camicie e completi stampati con le grafiche del film del 1976 Allegro non troppo di Bruno Bozzetto.
Dedicata invece al “King of Pop” Michael Jackson, la sfilata maschile di Louis Vuitton, disegnata da Virgil Abloh. Tantissimi i richiami alla pop star scomparsa nel 2009, dal guanto-invito alla sfila, al set in stile “Billie Jean” e ovviamente a concludere, una T-shirt con la foto dei piedi di Michael Jackson in una delle sui iconiche mosse di ballo.
Sempre in tema entertainment Prada, ha presentato in passerella alcuni outfit maschili e femminili ispirati a Frankenstein, il romanzo gotico di Mary Shelley, che proprio lo scorso anno ha festeggiato il bicentenario.
Per la parte cartoon, sicuramente da segnalare Bobby Abley, lo stilista Londinese che ama lavorare coi i characters, e la sua sfilata dedicata ai Pokémon. James Long per Iceberg ha invece realizzato dei maglioni con Mickey Mouse.
Massimo Giorgetti per MSGM ha invece realizzato alcuni capispalla con le immagini del manga anni ’80 dedicato al calcio più famoso al mondo, Holly & Benji (Capitan Tsubasa). Sicuramente uno dei trattamenti più interessanti.
Da segnalare, sempre per MSGM, l’omaggio alla cultura dell’automobilismo, in un mix di sartorialità e attitudine post-punk anni ’90 in stile milanese, con foto d’archivio di Ayrton Senna stampate sulle camicie, e nel footwear la collaborazione con le Fila Silva del 1992.
Sempre in tema motori, la sfilata di Versace, che per l’occasione ha creato una capsule in collaborazione con Ford.
Incursioni artistiche invece per la passerella di Études, che ha realizzato una collezione con le opere Keith Haring.
Ultime, non certo per importanza, due passerelle ricche di brand innovation/collaboration. La prima è quella di Valentino.
La storica maison ha puntato alla democratizzazione della moda e l’apertura a nuove idee, chiamando Jun Takahashi di Undercover a collaborare ad una capsule che si è tradotta in un mix di grafiche tra il cartoon e la fantascienza, compresa la fusione dell’immagine di Edgar Allan Poe con navicelle spaziali aliene. Non di meno importanza, la collaborazione con Birkenstock, rimbalzata su tutti i media per la stridente affinità. Pierpaolo Piccioli, direttore artistico di Valentino, ha spiegato la scelta sottolineando il fatto che l’idea era esattamente quella di collaborare con un brand distante dal mondo della haute couture, ma che avesse un suo linguaggio universale, libero e adattabile.
La seconda è quella di Junya-Watanabe che ha realizzato una sfilata dedicata ad un uomo più maturo, ancora legata allo stile hipster, non particolarmente originale, ma ricca di collaborazioni, dai maglioni con la UCLA ai jeans con Levi’s, e altre brand collaboration con New Balance, Canada Goose, Turnbull e Asser and Schott.
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