Tra i vari rituali di fine anno che le aziende si sono inventate per coinvolgere i consumatori uno in particolar modo sta ottenendo sempre maggiore consenso di pubblico. Si tratta del colore dell’anno secondo Pantone.
Di che colore sarà il 2016 lo ha annunciato Pantone la scorsa settimana, annuncio tanto atteso che ha ottenuto un’ampia copertura mediatica sia sulle testate specializzare sia a livello consumer. La brand awarness di Pantone in questo momento è sicuramente è al livello più alto mai raggiunto, e questo è un fattore di fondamentale importanza per un’azienda che ha come scopo quello ottenere sempre maggiore consenso un vasto bacino di utenza che va dai trendsetter, ai designer fino al consumatore finale. Il forte interesse che si è creato intorno all’annuncio di quest’anno però, è anche il risultato di un’abile strategia fatta non solo di pura comunicazione, ma anche di contenuti e collaborazioni.
La più grande differenza rispetto agli anni precedenti è stata la decisione strategica di Pantone di presentare non più un solo colore, ma bensì un mix di due tonalità. Solo questo sarebbe stato uno spunto sufficiente per accendere svariate discussioni a riguardo, ma la scelta non certo casuale, del (rosa) #RoseQuartz e dell’ (azzurro) #Serenity ha offerto anche svariate possibilità creative del punto di vista stilistico fino ad arrivare persino a riflessioni di carattere socio-politico di attualità sulle questioni di genere. Sicuramente siamo ad un altro livello rispetto al color #Marsala del 2014.
Nei giorni successivi all’annuncio creativi, designer ed esperti di stile anno accolto con entusiasmo la sfida iniziando subito dare il loro contributo. Blog, siti web e vetrine hanno rapidamente, e intelligentemente, colto il messaggio proponendo combinazioni di prodotti in tema colore, approfittando anche del momento dell’anno in cui lo spunto per un regalo diventa quasi una necessità. Tutto questo non ha fanno che contribuire ad amplificare il messaggio di Pantone.
design-milk.com
La volontà di Pantone di dare vita e risonanza a questo evento non è stata lasciata in mano solo ai media, l’azienda ha anche attivamente contribuito con una gallery su Istagram, peformance di street art a Miami Beach, prodotti in limited edition e con collaborazioni del calibro di Getty Images, Thomas Pink e l’immancabile Sephora.
L’attività di Pantone attraverso diverse piattaforme, i contenuti di semplice fruizione, oltre alla disponibilità di prodotti pronti all’uso, ne fanno un caso esemplare di come un brand B2B possa diventare tanto noto da creare aspettativa e desiderabilità anche nel consumatore finale.
Dopo anni in cui la brand extension di Pantone si era “appiattita” su prodotti non particolarmente originali come mug e candele profumante, è confortante vedere che un brand sia in grado di ottenere notorietà e consenso presso il consumatore finale soprattutto con attività che supportano direttamente il core business.
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