Tumi

Nel comunicato congiunto di oggi 4 marzo, i due marchi di riferimento nel mercato del travel goods hanno annunciato il raggiungimento dell’accordo per l’acquisizione di Tumi da parte di Samsonite.

Dietro il conto di 1,8 miliardi di dollari a 26,75 dollari per azione, c’è una strategia Samsonite per il consolidamento di Samsonite nel segmento alto del mercato. Ma dal punto di vista di gestione di brand ci sono altre ragioni che rendono questa acquisizione degna di nota.

1. Crea il più importante gruppo di “travel-lifestyle”, volendo dargli una definizione. Il più iconico brand Americano di prodotti da viaggio, sia business che leisure, entra nell’orbita della multinazione più conosciuta al mondo nel settore travel.

2. Si integra perfettamente in un portfolio marchi già affermato. I 2000 punti vendita premium in 75 Paesi che Tumi porta in dote, si uniscono a quelli dei numerosi marchi dell’orbita Samsonite (American Tourister, Hartmann, High Sierra, Gregory, Speck e Lipault), senza cannibalizzarne nessuno, visto che sono tutti diversi per posizionamento, prezzo e distribuzione.

3. Presenta un indubbio rafforzamento dell’attività distributiva di Samsonite. Tumi potrà godere non solo di un’espansione in nuovi mercati, ma anche di un rafforzamento nel mercato di riferimento Nord Americano tramite una piattaforma più forte.

4. Rafforza la profittabilità. Tumi è un brand ad alto margine e può conferire a Samsonite cash flow significativo e utile per diminuire i costi finanziari e aumentare i dividendi.

5. Crea sinergie operative. Aree come la logistica, il marketing, la distribuzione e il retail diretto potranno godere di maggiore efficienza e riduzioni di costo grazie all’integrazione e alla maggiore massa critica.

Posto che gli standard di prodotto vengano mantenuti ed i valori del brand Tumi non vengano diluiti da questo nuovo colosso, Samsonite può affermare di aver trovato una sua strada per il consolidamento. Verso l’alto.