Il 17 luglio il mondo ha celebrato il quarto World Emoji Day. Momento propizio per Smiley, la prima nata tra le espressioni emotive, per raccontare il proprio contributo alla rivoluzione Emoji.
Nel 1990 si iniziano ad usare espressioni emotive con i simboli della tastiera. 🙂 e 🙁 diventano i più diffusi essendo i più immediati. È in questi anni che Nicolas Loufrani inizia a sviluppare una varietà di espressioni sulla base dello Smiley, la sorridente icona gialla che il padre Franklyn aveva creato vent’anni prima. Nel 1997 una prima serie di varianti sul tema Smiley appare su telefoni cellulari, mentre nel 2001 l’editore francese Marabout pubblca il primo Smiley Dictionary, compilation di 393 espressioni. Due anni dopo le espressioni diventano 850, vengono rese disponibili in licenza con il programma SmileyWorld, e tra i lrimi licenziatari figurano Nokia e Motorola che li utilizzano sui propri cellulari.
Nello stesso periodo, dall’altra parte del mondo, la giapponese Docomo inizia nel 1999 a sviluppare una prima seirie di emoji, seppure più minimalisti rispetto agli attuali. Non sarà prima del 2007 che Apple li utilizzerà sui propri iPhone, solo per il mercato giapponese, per poi integrarli nella piattaforma Unicode, standard aperto a tutti i sistemi operativi. Di qui la rivoluzione Emoji a livello globale.
È quindi con differenti interessi che entrambi i sistemi fesreggiano il World Emoji Day, nato nel 2014 e quest’anno forte del lancio dell’ononimo film di Sony. Da un lato Smiley continua la costruzione di un brand ceduto in licenza con una strategia segmentata per categorie merceologiche, dall’altro è vero che -a parte qualche eccezione- l ‘uso degli Emoji sfugge ai controlli e diventa vittina di abusi su gadget e merchandising speculativo.
Non stupisce quindi perchè Smileý Company voglia contribuire alla conversazione raccontando la propria “branding story”, come in questa intervista BBC.
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