“Sono diventato un ottimista perché penso che sia importante concentrarsi sulle cose positive.” 

È così che Nicolas Loufrani, CEO e fondatore di The Smiley Company, risponde quando gli chiediamo spontaneamente qual è la sua personale filosofia di vita oggi. Una filosofia che ha inizio negli anni ’70, quando il padre Franklin Loufrani pubblica per la prima volta il simbolo delle notizie positive sul quotidiano France Soir, un segno di positivismo che sovrasta la narrativa pessimistica di quegli anni. Sono passati cinquant’anni dal 1972 (quando il marchio Smiley venne registrato) e il brand, grazie al figlio Nicolas, è diventato oggi un leader nel settore delle licenze, costruendo un vero e proprio movimento del buon umore.

« Sorridere, per me, è l’atto più naturale di gentilezza, rispetto e positività, un’espressione dei nostri sentimenti più profondi. Quello che mi fa sorridere ora è essere in grado di dare un significato alla mia vita. È per questo che ho creato The Smiley Movement, perché ho capito che c’era un interesse sempre più crescente del pubblico a restituire e sostenere le cause a scopo benefico. La nostra organizzazione non-profit è nata nel 2018 per rispondere a questa esigenza, fornendo tecnologia e garantendo ecosistemi che consentano alle comunità di tutto il mondo di agire su questioni molto importanti. The Smiley Movement mira ad ispirare un cambiamento positivo nella società, creando un mondo più felice, equo e sostenibile ».  

È come essere, al tempo stesso, un artista ed un custode Del sorriso.

« Sì, sono sicuramente un artista sotto questo aspetto. Si possono vedere le mie emoticon come qualcosa di banale o di poco conto, ma dietro la loro creazione c’è in realtà un forte significato ed un ragionamento intellettuale. Ho introdotto “la nascita di un linguaggio universale” e strutturato il dizionario Smiley in categorie che sono ancora utilizzate da Unicode oggi. Sono un artista che ha iniziato una nuova forma d’arte reinventando il linguaggio scritto, tutte le emoji create da tutte le piattaforme sono state un’evoluzione della mia arte ». 

E com’è il rapporto con le cose che non ti fanno sorridere?

« Lasciate che vi faccia un esempio: non rispondo mai “non c’è male” quando la gente mi chiede come mi sento, rispondo solo “bene” o “alla grande”. Cerco sempre di usare parole positive, un rinforzo positivo. Ho letto molti studi sull’impatto delle parole sul cervello e li ho trovati molto interessanti, ed è per questo che, quando posso, sostituisco i cattivi pensieri con quelli positivi. Questo è anche il motivo per cui mi rifiuto di essere sui social, vedo troppa negatività sulle piattaforme e cerco di evitare le sensazioni o le persone negative. Naturalmente è un vero rompicapo rimanere sempre positivi pur essendo un CEO e un direttore creativo alla costante ricerca dell’eccellenza in tutto, avendo anche il compito di correggere cose e risolvere problemi ogni ora della mia giornata. Come tutti sono umano, posso avere i miei momenti difficili, ma penso che sia anche importante esprimere tutte le nostre emozioni quando necessario, è nocivo tenere tutto dentro ». 

È ironico: non sei sui social ma il grande successo di Smiley deriva proprio dalla tecnologia.

« Sì, la tecnologia e i social media ci hanno garantito una forte credibilità come business, siamo quelli che hanno dato origine al più grande fenomeno virale nella storia di Internet. Stiamo parlando di un cambiamento sociale, una nuova forma di comunicazione con un linguaggio globale usato da miliardi di persone. È stato sorprendente. Questo ha creato più interesse per il marchio e quindi più visibilità per i nostri prodotti. Inoltre, con l’introduzione degli smartphone, la libreria di emoticon, che avevo precedentemente creato, è stata rinnovata ed ampliata ». 

Dev’essere stata una sfida difficile continuare il lavoro di tuo padre, soprattutto all’inizio.

« Quando ho rilanciato Smiley intorno al 1997, era un IP morto. Non lo trovavo né bello né al passo coi tempi, e senza un problema personale con il mio partner, nell’altra mia attività, non avrei mai accettato l’offerta di mio padre di lavorare al progetto. Ma al contempo era l’inizio dell’era di Internet e tutto ciò che riguardava il web era moderno, giovane e cool. 

Al fine di continuare a crescere come marchio globale di moda e lifestyle, abbiamo sviluppato il nostro posizionamento per acquisire una presenza all’interno del settore streetwear. Questo ha avuto molto successo, in parte grazie anche alla nostra collaborazione a lungo termine con Ma(R)Ket, che ha un seguito enorme. Ad esempio, la collaborazione Ma(R)Ket Smiley Basketball è diventata un’icona della street culture! ». 

E ora il brand è al suo 50esimo anniversario, senza essere diventato qualcosa di banale o ripetitivo.

« Questo perché lavoriamo con i migliori partner globali e locali per diffondere la felicità attraverso co-creazioni uniche e coinvolgenti, con un messaggio di marketing positivo. Creiamo campagne significative con un messaggio che il pubblico vuole sentire, con disegni, prodotti e narrazioni uniche. A differenza di un IP d’intrattenimento, che vende sempre lo stesso universo grafico, noi vendiamo valori e lasciamo che l’universo grafico si evolva in un processo di co-creazione con il nostro partner, rendendo la collaborazione una fusione della loro cultura di prodotto e della nostra cultura sociale ». 

Più di 50 collaborazioni per 50 anni: da alcuni top brand al fast fashion, un sorriso accessibile a tutti?

« Sì, questo è molto importante per me. Voglio che Smiley sia popolare e accessibile a tutti, ma ovviamente so anche di aver bisogno di opinion leader per costruire il mio marchio al fine di rimanere attraente, e loro preferiscono i marchi di lusso e i top designer. È un altro trucco per mantenere una forte distribuzione in diversi segmenti di mercato, rimanendo comunque in grado, grazie alla nostra creatività, di avere sempre una nuova idea che invogli i marchi più “conservatori” a lavorare con noi. È per questo che lavoriamo, come per questo anniversario, con artisti come André Saraiva ». 

E rispetto al futuro?

« La nostra visione punta a concentrarsi su innovazione e creatività. Nel 2023 lanceremo la campagna “futuro positivo”, costruita intorno alla sostenibilità. Riuniremo i marchi e i produttori più orientati al futuro, per sviluppare prodotti per uno stile di vita sostenibile. Vogliamo essere una forza positiva per il cambiamento nel settore delle licenze. Entro 5 anni vogliamo impegnarci a far sì che il 100% dei nostri licenziatari abbia un’offerta sostenibile nelle loro linee Smiley. Un altro progetto che lanceremo l’anno prossimo è quello di trasportare Smiley nel metaverso. Ci rinnoviamo costantemente allineandoci con le tendenze lungimiranti del mercato, e penso sia proprio questo il motivo per cui siamo ancora qui dopo 50 anni. Spero davvero che Smiley continuerà a lungo a rimanere nei cuori delle persone 🙂 ».