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Il mercato dell’eyewear è forse l’ultima roccaforte del luxury licensing globale, dove qualsiasi movimento degli accordi multimilionari può influenzare l’andamento borsistico dei titoli degli operatori.

Giganti come Luxottica, Safilo, Marcolin, Marchon, Allison, De Rigo erano tutti a Mido, la fiera di riferimento dell’eyewear e dell’ottica. C’eravamo anche noi, cercando ispirazioni di branding in un mercato dove, salvo qualche eccezione, la grande massa del business non dimostra molto coraggio: forme e materiali pur seguendo l’innovazione, rischiano l’omogenizzazione e molte collezioni sono riconducibili allo stilista di riferimento solo grazie al logo.

Tra i brand che più dimostrano coerenza con lo stile del designer o i valori del brand di provenienza abbiamo notato Tom Ford, poi John Varvatos, Original Penguin, Vera Wang, Zac Posen, e tutti i brand in licenza da Linda Farrow (vedi la sezione dedicata nel reportage).

Mentre da Italia Independent si respira aria nuova: collaborazioni e cobranding invece di licenze standard, dove adidas, Ducati Scrambler, Hublot, Pinko diventano scambi di limited edition tra occhiali e moto, tra occhiali e orologi e così via.

Una menzione speciale va inoltre ai brand automotive. Bmw (L’Amy), Porsche Design e Mercedes Benz (Rodenstock) trovano una forte coerenza con i valori di marca d’origine tramite il design ed i materiali.

Notati anche collezioni in licenza da retailer come Mango e Pull & Bear. Poi ci sono quelli che osano, anche solo a livello comunicativo, come Morriz of Sweden o l’italiano Saraghina.

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