V&A

Probabilmente uno dei più famosi musei nel mondo, il Victoria and Albert ha sempre basato il suo progetto di licensing sul design d’eccellenza, aumentando la sua area di influenza, oltre a creare un flusso di profitti rilevante tramite le royalties versate dai licenziatari. Ora “V&A” sta allargando il suo bacino di licenziatari al di fuori dei confini: tre dei cinque accordi di licensing recentemente annunciati non sono infatti inglesi.

Sparkk è un’azienda australiana di Sidney, che produce tessuti per l’arredamento di design, e che lancerà a gennaio 2015 in Australia e Nuova Zelanda una colezione ispirata agli archivi tessili del Museo.

ixxi (i minuscola per volere dei fondatori) è invece un’azienda olandese che ha brevettato un’evoluzione del poster, tramite riquadri che “spezzano” l’immagine che viene ricostruita grazie a speciali connettori. L’azienda ha scelto allover di William Morris e tessuti provenienti dalla mostra “the False Principle” voluta nel 1853 dal fondatore del Museo, Sir Henry Cole.

Sempre in Olanda, Bekking e Blitz ha creato agende con copertine in tessuto, ispirate a disegni per tessuto da interni opera di William Morris e John Henry Dearle, sempre prodotti da Morris & Co, tra la fine del diciannovesimo e l’inizio del ventesimo secolo.

Vittoria e Alberto possono aver perduto l’Impero, ma sembra che abbiano intenzione di recuperarlo…